Il conflitto in Ucraina sta aprendo la strada a diverse domande. 

Le rate del mutuo subiranno l’inflazione? La crisi energetica si aggraverà ulteriormente? Vale la pena comprare casa in questo periodo?

Gli effetti dell’inflazione sui mutui

Questa inflazione dovrebbe essere un evento temporaneo causato dalla pandemia e dalla crisi energetica. Gli effetti più evidenti si sono riscontrati sulle bollette che hanno subito un rincaro contro cui stanno già avendo a che fare molte famiglie. 

Il rischio maggiore per i mutui è se la Bce decidesse di fare fronte al tasso di inflazione che è lievitato fino a quasi il 5% aumentando i tassi di interesse, ciò andrebbe a colpire direttamente anche sui tassi per i mutui fissi e variabili.

È però necessario ricordare che i tassi dei mutui sono sui minimi ormai da tempo e che è prevista entro il 2022 un’inversione al rialzo, cosa che pare possa scongiurare un rialzo dei tassi rapido e consistente.

La crisi in Ucraina potrebbe modificare i mutui surroga e i mutui a tasso variabile

Il vero problema potrebbe insorgere nel caso in cui si voglia surrogare il mutuo: il tasso di interesse potrebbe diventare più alto, stessa cosa rischia di accadere con i mutui a tasso variabile.

Va detto che queste tipologie di mutui in Italia sono sempre meno utilizzati, prediligendo i mutui a tasso fisso.

“Negli ultimi 24 mesi il tasso fisso ha giocato il ruolo principale in un mercato finanziario che continua ad avere mutui a tassi ai minimi storici, sia per quanto riguarda il fisso, sia il variabile, – commenta in merito Riccardo Bernardi, Chief Development Officer di 24Max. – Dall’ultima edizione del Credit Report di 24MAX si può intuire facilmente  che quasi il 90% dei mutui erogati nel 2021 è stato a tasso fisso

Inflazione e mutui: quanto ci costerà?

Qualunque cosa si dica sui mutui e sui tassi di interesse, quello che è certo è che un rialzo ci sarà, l’inflazione colpirà tutti i settori, non solo quelli energetici. È però il caso di farsi prendere dal panico?

No, ovviamente no, la BCE intende mettere un freno al rialzo.

“La crescita economica dei prossimi 12-24 mesi spingerà l’inflazione al rialzo e la BCE, con l’obiettivo di stabilizzare l’aumento dei prezzi al 2%, gradualmente invertirà la sua politica monetaria espansiva, riducendo iniezioni di liquidità sul mercato e aumentando, a tendere, un tasso BCE che risulta bloccato allo 0% dal marzo 2016, – commenta Guido Bertolino, responsabile Business Development di MutuiSupermarket.it. – Queste variazioni hanno già segnato degli impatti in particolare sull’Irs e in minor misura sull’Euribor – ossia rispettivamente sulle aspettative di andamento dei tassi sul lungo periodo e sui tassi a breve – con impatti sul rincaro dei mutui casa. L’IRS a 20 anni ha già fatto registrare un aumento di quasi 35 punti base dallo 0,60% di inizio gennaio allo 0,94% di oggi. L’impatto sull’Euribor 3 mesi è stato più limitato, passando dal -0,58% di inizio gennaio al -0,53% di oggi. Analizzando le curve dei tassi e il mercato dei futures sugli Euribor pare chiaro che i mercati si aspettino un deciso aumento del costo del denaro da qui alla fine dell’anno in cui si prevede che l’Euribor 3 mesi torni in terreno positivo, con un aumento di circa 55 punti base”.

Le conseguenze della guerra in Ucraina

L’inflazione è inevitabile e la guerra in Ucraina non sta agevolando la cosa: il conflitto porterà un aumento di prezzo su energia e beni di prima necessità, creando ulteriore inflazione e un rallentamento della crescita economica ed è probabile quindi aspettarsi che la BCE mantenga la sua politica monetaria attuale più a lungo, così da favorire la crescita economica.

“L’aumento dell’inflazione è visto da molti economisti come un fattore temporaneo, dovuto in larga parte al caro-energia; se la situazione tornerà alla normalità, non vedremo cambiamenti repentini sul fronte dei tassi, – dice  Ivano Cresto, Managing Director prodotti di finanziamento di Facile.it. –  Se invece questo livello di inflazione dovesse diventare strutturale, allora sarà inevitabile un intervento da parte della BCE. Ricordiamo che una delle leve a disposizione delle banche centrali per combattere l’aumento dei prezzi è proprio quello di alzare i tassi di interesse, come la Fed ha fatto intendere potrebbe fare. E se fino a qualche settimana fa un intervento della BCE sugli indici già nel 2022 era ritenuto improbabile, le parole di Lagarde a seguito dell’ultimo consiglio direttivo sono state percepite dal mercato come un’apertura a questa possibilità, segno che anche a livello centrale l’idea non è più un tabù”.

I tassi sembrano essere al sicuro

Quindi, nonostante ciò che sta succedendo in Ucraina e all’inevitabile inflazione che questo provoca, la BCE si sta impegnando affinché non coinvolga anche chi ha un mutuo da pagare.

 “La maggior parte dei tassi variabili sono indicizzati all’Euribor, che è ancora in territorio nettamente negativo e non ha subito rialzi tanto significativi quanto l’Eurirs, – spiega Nicoletta Papucci, Marketing Manager di MutuiOnline.it. – L’Euribor a 3 mesi nell’ultima settimana si attesta sotto il -0,52%, ancora inferiore al -0,43% medio del 2020. Quindi al momento i rialzi effettivi dei tassi variabili sono ancora contenuti (dell’ordine di 1-2 punti percentuali), e l’impatto complessivo sui consumatori è molto basso, anche considerando che negli ultimi 3 anni meno del 5% dei mutui erogati sono stati a tasso variabile, quota che ci aspettiamo aumenti con la progressiva riapertura dello spread tra offerte a tasso fisso e variabile”.

Sembra anche che i mutui già esistenti non subiranno rincari:

“I riflessi dell’inflazione si possono registrare sui mutui che si andranno a sottoscrivere nei prossimi mesi e non su quelli già in ammortamento, – spiega Antonio Ferrara, Ad di Monety, – che saranno a tassi evidentemente meno convenienti rispetto al recente passato. Sui mutui sottoscritti a tasso variabile non c’è alcun tipo di effetto in quanto l’Euribor (indice di riferimento), ovvero il tasso al quale le banche si prestano il denaro, è ormai sotto quota zero dal 2008 per effetto degli interventi della BCE. Quando rallenterà la politica di sostegno monetario ci sarà un impatto anche su queste tipologie di mutuo. Ora, considerando l’attuale contesto economico nel breve, non ci dovrebbero essere particolari scossoni per le famiglie (poche) che hanno deciso di sottoscrivere mutui a tasso variabile”.

Conviene comprare casa con un mutuo quindi?

In questo momento è bene ponderare la scelta di aprire un mutuo, è bene scegliere mutui a tassi fissi, consapevoli che, per quanto poco, potrebbero aumentare nei prossimi mesi. 

Attualmente è però difficile fare una stima precisa.